Finanziamenti Scuole Paritarie 2021: le novità del nuovo emendamento, requisiti e importi

Nella parte finale del 2018 si è creata un po’ di confusione in merito ai finanziamenti alle scuole paritarie nel 2021: ad ogni voce che faceva riferimento ad un aumento delle risorse a disposizione degli istituti paritari n spuntava un’altra che smentiva il tutto. Ma quali sono le vere novità incluse nel famoso emendamento? Quali sono i requisiti e gli importi in ballo? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

Finanziamenti alle scuole paritarie: cosa sono?

Prima di affrontare in modo più specifico il tema dei finanziamenti alle scuole paritarie 2021 bisogna fare un quadro della situazione per capire bene di cosa si sta parlando. Le suole non statali esistono da anni e anni, ma solo nel 2000 c’è stata una semplificazione delle tipologie: se prima gli istituti non statali potevano essere etichettati come pareggiati, parificati, autorizzati, legalmente riconosciuti o altro, ora le categorie sono solo due: scuole paritarie e scuole non paritarie. Le scuole paritarie(che non sono statali, ma possono essere pubbliche o private) affiancano le scuole pubbliche nel nostro sistema nazionale di istruzione; la regolare frequenza di questi istituti rappresenta per gli alunni l’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Si parla di scuole paritarie perché rispetto alla scuola pubblica viene riconosciuta l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, lo svolgimento degli esami con le stesse modalità e l’abilitazione a rilasciare titoli di studio con lo stesso valore legale.

Le scuole non paritarie invece sono sempre private e, anche se la loro frequenza costituisce per gli alunni l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, non possono rilasciare titoli di studio o attestati intermedi o finali con valore legale; questo significa che chi studia presso queste scuole al termine del suo percorso scolastico dovranno sostenere un esame di idoneità oppure trasferirsi in una scuola paritaria o statale. Le scuole non paritarie sono elencate nella lista ufficiale aggiornata ogni anno dall’ufficio scolastico regionale; questi istituti devono indicare sempre in modo esplicito la loro condizione di scuola non paritaria (le denominazione che possono lasciare dubbi possono essere contestate dall’ufficio scolastico regionale, che può anche fare una segnalazione all’Autorità per la concorrenza e il mercato).

I requisiti necessari alle scuole paritarie per ottenere un finanziamento

Per ottenere la parità scolastica una scuola non statale deve avere una progettazione educativa in linea con i principi costituzionali, deve offrire un piano formativo conforme alle disposizioni e agli ordinamenti vigenti, deve disporre di locali e attrezzature propri del tipo di scuola, deve avere degli organi collegiali, deve poter garantire l’iscrizione a tutti gli studenti che possiedono il titolo per farlo (rispettando anche le norme relative all’inserimento di studenti svantaggiati o con disabilità), deve organizzare corsi completi, deve contare su un personale docente abilitato, deve fornire al personale dirigente e insegnate dei contratti di lavoro in linea con i contratti collettivi di settore. L’istituto che intende ottenere la parità deve presentare all’ufficio scolastico regionale competente per territorio la domanda entro il 31 marzo dell’anno scolastico precedente a quello in cui si vuole ottenere la parità; l’ufficio scolastico regionale fa i suoi controlli (può fare anche visite ispettive) ed entro il 30 giugno dà la sua risposta: in caso di esito positivo il riconoscimento della parità decorre dal primo settembre.

Perché esistono i finanziamenti alle scuole private?

Iniziamo ora  parlare dell’argomento principale di questo articolo, ovvero i finanziamenti alle scuole paritarie: ogni anno vengono assegnati a questi istituti dei contributi stabiliti da un decreto del Ministero dell’istruzione; su questo decreto vengono stabiliti anche i criteri e i parametri per l’assegnazione di queste risorse: viene data priorità alle scuole che svolgono il loro servizio senza scopi di lucro o che non sono collegate o controllate da società che hanno fini di lucro. Al di là di questa regola, i finanziamenti alle scuole private vengono assegnate seguendo questo ordine di priorità: prima le scuole di infanzia, poi le scuole primarie e le scuole secondarie di primo e di secondo grado. Alle scuole che accolgono gli studenti con certificazione di handicap viene riconosciuto un ulteriore contributo annuale che viene determinato a livello regionale. Quando si parla dei finanziamenti alle scuole paritarie l’opinione si spacca: perché si dovrebbero garantire delle risorse a degli istituti non statali invece di concentrarsi sulla scuola pubblica?

Qualche mese fa Gabriele Toccafondi, all’epoca sottosegretario all’istruzione, spiegò come la presenza delle scuole non statale permettesse allo Stato stesso di risparmiare diversi soldi, nonostante di solito la gente è portata a pensare il contrario: sono circa otto milioni e mezzo gli iscritti alla scuola pubblica, mentre sono circa un milione quelli iscritti alle scuole pubbliche non statali; se non ci fossero queste ultime lo Stato dovrebbe sborsare un sacco di soldi in più ogni anno er poter garantire la scolarizzazione di tutti questi alunni e studenti. Nelle scuole paritarie la maggior parte dei costi di istruzione viene pagata dalle famiglie : lo stato riconosce a queste scuole 500 milioni di euro all’anno, ovvero circa 500 euro per ogni studente; una cifra ridicola se si confronta con i 6.000 euro annui che rappresentano il costo di ogni iscritto per la scuola pubblica.

Novità dell’emendamento sui finanziamenti alle scuole paritarie nella Legge di Bilancio 2021

Verso la fine del 2018 si sono rincorse voci secondo le quali grazie ad un emendamento della Lega alla legge di Bilancio ci sarebbe stato un aumento dei finanziamenti alle scuole paritarie: si parlava di 150 milioni di euro, un importo che ha scatenato le ire di tantissimi esponenti del mondo politico, ma non solo. Secondo alcuni un provvedimento di questo tipo avrebbe sancito la morte della scuola pubblica, mentre altri fanno difficoltà a capire perché si tende sempre ad investire sul privato e non sul pubblico (ma ricordiamo che le scuole paritarie, seppur non statali, possono essere sia private che pubbliche). La notizia ha fatto scalpore anche perché pochi giorni prima il Ministro dell’istruzione aveva affermato che “la scuola pubblica deve scaldarsi con la legna che ha”. Per finanziare questo aumento dei finanziamenti alle scuole paritarie ci sarebbero state delle economie sul progetto Alternanza scuola-lavoro; il testo della legge di Bilancio arrivato al Senato prevedeva una riduzione dei fondi destinati all’intero comparto dell’istruzione scolastica di circa quattro miliardi di euro: anche per questo la notizia relativa all’aumento dei contributi a favore delle scuole non statali ha destato non poco scalpore.

Ma era tutto vero? Le voci sono state smentite più volte dai membri del Governo, che a quanto pare non avrebbe in realtà alcuna intenzione di dare più soldi alle scuole paritarie: l’emendamento esisteva davvero, ma si trattava, appunto, solo di un emendamento; per ogni legge ne vengono presentati tantissimi, ma non è detto che vengano tutti accettati. Effettivamente scorrendo il testo della definitivo della Legga di Bilancio 2021 si trovano diverse novità relative alla scuola, tra cui quelle che coinvolgono il Fondo Finanziamento scuole (che nel 2021 aumenterà di 174,31 milioni e nel 2021 di 79,61 milioni), ma niente che possa riguardare in modo diretto i contributi per le scuole paritarie. Tutto come prima quindi? In attesa di conoscere il contenuto degli eventuali decreti attuativi si può dire che sì, nulla è cambiato rispetto a dodici mesi fa.

La ripartizione dei finanziamenti alle scuole paritarie: importi, requisiti e modalità

Visto che di solito il decreto del Ministero dell’istruzione relativo ai criteri e ai parametri per l’assegnazione dei finanziamenti alle scuole paritarie di solito viene pubblicato nel mese di marzo, per cercare di capire quali sono gli importi, i requisiti e i meccanismi della ripartizione possiamo dare uno sguardo al decreto emanato lo scorso marzo per quanto riguarda l’anno scolastico 2017/2018. L’imposto complessivo da distribuire ammontava a poco più di 493 milioni e mezzo di euro; la ripartizione doveva avvenire per il 15% in proporzione al numero delle scuole, per il 35% in relazione alle classi e alle sezioni e il 50% in base al numero degli alunni. Il piano regionale di erogazione dei contributi viene predisposto dai Direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali, che devono tenere conto del seguente ordine di priorità:

  • scuole dell’infanzia;
  • scuole primarie;
  • scuole secondarie di primo o di secondo grado

tenendo però conto anche del numero degli alunni diversamente abili iscritti.

I finanziamenti alle scuole paritarie vengono erogati in via prioritaria a favore delle scuole che offrono il loro servizio scolastico seguendo modalità non commerciali (quindi il loro atto costitutivo non deve prevedere la distribuzione neanche in modo diretto degli utili, a meno che non avvenga perché previste dalla legge o perché effettuata verso enti che fanno parte della stessa organizzazione e gli eventuali utili o avanzi di gestione devono essere reinvestiti per lo sviluppo dei servizi scolastici; inoltre l’atto costitutivo deve prevedere che in caso di scioglimento il patrimonio deve essere devoluto ad un altro ente non commerciale che svolge un’attività istituzionale analoga; lo svolgimento dell’attività scolastica deve essere effettuato a titolo gratuito, oppure dietro il versamento di un corrispettivo di importo simbolico e che copra solo in parte il costo effettivo del servizio stesso).

La ripartizione dei contributi alle scuole dell’infanzia paritarie

Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia paritarie, ciascun Ufficio effettua una ripartizione tenendo conto che:

  1. il 20% dei finanziamenti deve essere ripartito tra tutte le scuole funzionanti che sono presenti su territorio regionale;
  2. l’80% dei finanziamenti deve essere ripartito tra tutte le sezioni delle scuole funzionanti che sono presenti sul territorio e che svolgono il servizio con finalità non commerciali.

Per beneficiare dei primi finanziamenti, le scuole primarie devono avere almeno una sezione con almeno otto alunni iscritti e frequentanti; i contributi del secondo tipo vengono ripartiti tra le sezioni costituite e funzionanti che contano almeno 15 alunni.

La ripartizione dei finanziamenti alle scuole paritarie primarie

Per quanto riguarda le scuole primarie i contributi vengono erogati in base a:

  • numero delle classi che sono composte da un minimo di dieci alunni ognuna;
  • numero delle ore di sostegno per gli alunni diversamente abili;
  • numero delle ore di insegnamento integrativo necessarie per quegli alunni che soo in difficoltà nell’apprendimento su progetto aggiuntivo.

Se avanzano risorse, l’Ufficio Scolastico Regionale può decidere di corrispondere ulteriori contributi a favore delle ore di insegnamento integrativo e per progetti relativi all’inserimento di alunni che presentano difficoltà di apprendimento.

I finanziamenti alle scuole paritarie secondarie di primo e di secondo grado

Per quanto riguarda le scuole secondarie di primo e secondo grado (ovvero quelle che vengono comunemente chiamate scuole medie e scuole superiori), una volta soddisfatto il fabbisogno per le scuole dell’infanzia e primarie definite dal Piano regionale, le risorse vengono destinate in questo modo:

  1. il 20% viene ripartito tra tutte le scuole funzionanti che hanno corsi di studio completi che che hanno un numero di iscritti pari o superiore alle otto unità;
  2. l’80% viene ripartito tra tutte le scuole funzionanti sul territorio della Regione che svolgono il loro servizio con modalità non commerciale.

Le risorse del primo tipo vengono ripartite assegnando ad ogni scuola funzionante un contributo fisso (uguale per tutto il territorio della Regione) calcolato in base al rapporto tra il totale delle risorse destinate alle scuole di primo e di secondo grado e il loro numero (considerando ovviamente il minimo previsto di otto alunni iscritti e frequentanti). Le risorse di secondo tipo vengono assegnate in base al numero degli alunni che sono iscritti e che frequentano le tre classi della scuola secondaria di primo grado e le prime e seconde classi delle scuole secondarie di secondo grado (sempre rispettando il limite minimo degli otto alunni, i cui nominativi devono essere stati comunicati all’Anagrafe Nazionale degli Alunni).

Le risorse per l’inserimento degli alunni diversamente abili nelle scuole paritarie

C’è poi da fare una parentesi per quanto concerne l’inserimento degli alunni diversamente abili. A prescindere dall’ordine e dal grado, alle scuole paritarie che accolgono alunni icone certificazione di handicap viene assegnato un contributo annuo pari a 23,4 milioni di euro; queste risorse vengono assegnate ad ogni Ufficio Scolastico Regionale con un decreto direttoriale in base al numero degli alunni disabili che risultano iscritti e frequentanti nelle scuole paritarie delle varie Regioni. I singoli Uffici Regionali si occuperanno dell’erogazione delle risorse seguendo un preciso criterio, ovvero:

  • il 50% dei finanziamenti viene assegnato in base al numero degli alunni disabili presenti nella singola scuola;
  • il 50% dei finanziamenti viene assegnato in base alla percentuale di alunni disabili in relazione al numero complessivo degli alunni che frequentano la singola scuola.

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