Nella parte finale del 2018 si è parlato tanto di un possibile taglio dei finanziamenti all’editoria nel 2021: la proposta partita dal Movimento 5 Stelle ha creato non poco scalpore e scatenato le reazioni del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ma anche di diversi esponenti del panorama politico nazionale. Cerchiamo di capire qual è la reale situazione oggi dando uno sguardo ai bandi pubblici per i giornali e le testate online e ai finanziamenti per l’editoria disponibili in questo 2021.
Finanziamenti editoriali per giornali cartacei 2021
Capitoli
Non è passato molto tempo dall’ultima riforma che ha interessato il settore del sostegno all’editoria: nel 2012 era stato decretato lo stop ai contributi diretti all’editoria (l’obiettivo era quello di ridurre le spese e fare una maggiore selezione nell’accesso alle risorse disponibili), nel 2014 nasceva il Fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria e nel 2016 il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, destinato inizialmente solo alle emittenti radiofoniche e televisive locali e poi allargato all’editoria in genere. Nel Fondo “rinnovato” affluivano le risorse statale destinate all’emittenza televisiva e radiofonica locale, le risorse destinate al sostegno dell’editoria periodica e quotidiana, il contributo di solidarietà da parte dei soggetti attivi nella raccolta pubblicitaria e le eventuali maggiori entrate legate al canone RAI (fino ad un massimo di 100 milioni nel 2016 e 125 milioni per il 2017 e per il 2018).
Dopo vari interventi legislativi, la platea dei beneficiari di questi finanziamenti per l’editoria erano:
- le cooperative giornalistiche,
- gli enti senza fini di lucro o le imprese editrici il cui capitale è detenuto da essi;
- le imprese editrici di quotidiani e periodici con maggioranza di capitali detenuta da enti, cooperative o fondazioni senza scopo di lucro;
- le imprese editrici di periodi e quotidiani che rappresentano espressione delle minoranze linguistiche,
- le imprese e gli enti che editano periodici per ipovedenti o non vendenti,
- le imprese editrici di periodici o quotidiani italiani editi e diffusi all’estero oppure editi in Italia e diffusi soprattutto all’estero.
Rimangono quindi esclusi dai contributi gli organi di informazione di movimenti e partiti politici, i periodici specialistici a carattere scientifico, aziendale, tecnico o professionale e le imprese editrici che fanno parte di gruppi editoriali quotati in Borsa.
Dal 2018 una parte del Fondo è stato destinato (sotto forma di credito di imposta) alle imprese e ai lavoratori autonomi che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica (ma anche per le testate online e le emittenti radiofoniche e televisive) ed è stata prevista l’emanazione di un bando annuale relativo all’assegnazione di finanziamenti per l’editoria destinati alle imprese editrici di nuova costituzione (l’obiettivo è quello di faovrire lo sviluppo di progetti innovativi).
Le novità 2021 sui finanziamenti pubblici per l’editoria
Le domande per l’ammissione ai contributi alla stampa destinati alle imprese editrici di periodici e quotidiani deve essere inoltrata online all’indirizzo [email protected] tra il primo e il 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento del contributo; il modulo (ce n’è uno per ogni tipologia di richiedente) deve essere sottoscritto con la firma digitale del rappresentante legale e bisogna allegare i documenti necessari per dimostrare la presenza dei requisiti richiesti. In linea di massima si può dire che l’aiuto pubblico è rappresentato da un rimborso (35% delle spese documentate sostenute per determinati costi, come carta, stampa, trasporto e distribuzione) e un contributo che premia chi riesce a vendere di più (35 centesimi per ciascuna copia venduta in edicola o in abbinamento e 40 centesimi per le copie vendute online o tramite applicazione: si va dai 500.000 euro ai 2,5 milioni di euro per i quotidiani e dai 300.000 ai 2,5 milioni di euro per i periodici). Ci sono poi i contributi indiretti, come le tariffe agevolate per le bollette della luce e del telefono e gli sconti postali per la spedizione degli abbonamenti.
Tra le novità previste nella legge di bilancio 2021 ci sono anche quelle relative ai finanziamenti per l’editoria: i contributi diretti nei prossimi anni andranno via via riducendosi, fino ad azzerarsi del tutto nel 2022 (i tagli porteranno ad una riduzione del 25% nel 2021, del 50% nel 2021,, del 75% nel 2021 e del 100% nel 2022). Non ci saranno conseguenze per le imprese editoriali che hanno diritto a contributi fino a 500.000 euro, ma saranno davvero tante le testate che perderanno una grossa fetta del finanziamento pubblico. Bisogna comunque precisare che l’intervento non comporterà la cancellazione del Fondo per il pluralismo: le sue risorse però verranno utilizzate per finanziare determinate iniziative che verranno individuate in seguito.
Contributi per l’editoria online 2021
Le testate giornalistiche online (chiamate spesso anche riviste telematiche) sono un prodotto editoriale e in quanto tale devono essere registrate presso il tribunale di competenza, avere un direttore responsabile, un editore e un provider. L’obbligo di registrazione scatta quando la rivista ha una periodicità regolare (sia essa quotidiana, settimanale, mensile o altro) e se l’editore ha intenzione di beneficiare dei contributi statali o prevede di avvalersi di giornalisti praticanti, professionisti o pubblicisti. Questo tipo di imprese editrici (se possiedono determinati requisiti) possono beneficiare delle tariffe agevolate per la telefonia e possono accedere al contributo del Fondo per il pluralismo. Fino a qualche mese fa non era del tutto chiaro se il cosiddetto bonus pubblicità (ovvero il credito di imposta riconosciuto a chi effettua investimenti pubblicitari su prodotti editoriali) potesse riguardare anche l’editoria online, ma grazie ai chiarimenti del Dipartimento per l’informazione e l’editoria non ci sono più dubbi: il bonus viene riconosciuto anche a chi investe nei giornali online, a prescindere dalla presenza nel giornale stesso di contenuti a pagamento (requisito che invece è necessario per accedere ai contributi del Fondo per il pluralismo).
Finanziamenti agevolati per l’editoria 2021
Quello che si chiedono molte persone che vogliono entrare o che sono già attive in questo specifico settore è se esistono dei finanziamenti per l’editoria al di là dei contributi statali di cui abbiamo parlato fino ad ora. Facendo un giro sul sito del Fondo di Garanzia per le PMI si può scoprire che esiste una sezione speciale creata nel 2015 per utilizzare la garanzia del Fondo a favore delle piccole e delle medie imprese editoriali; la garanzia diretta, la controgaranzia o la cogaranzia vengono concesse per coprire le spese sostenute per investimenti in innovazione tecnologica e digitale. Le imprese che possono beneficiare di questa agevolazione sono quelle che svolgono le attività di edizione di libri, edizione di quotidiani, edizione di periodici e riviste, trasmissioni radiofoniche, agenzie di stampa e programmazione e trasmissioni televisive.
Ma in cosa consiste la garanzia del Fondo? Stiamo parlando di un’agevolazione concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico (con fondi statali ed europei) alle piccole e medie imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito; la garanzia pubblica sostituisce le garanzie che vengono solitamente richieste dagli istituti di credito (banche, società di leasing o altri intermediari finanziari): sulla parte del finanziamento garantita dal fondo non possono essere richieste ulteriori garanzie reali, bancarie o assicurative. Possono beneficiare della garanzia del Fondo le imprese di micro, piccole e medie dimensioni regolarmente iscritte al Registro delle Imprese e i professionisti che risultano iscritti agli ordini professionali o che aderiscono alle associazioni iscritte nel relativo elenco del Ministero dello Sviluppo Economico. La richiesta dell’agevolazione non può essere richiesta direttamente al Fondo, ma sarà la banca a cui si richiede il finanziamento che dovrà occuparsi dell’inoltro della domanda. La dotazione iniziale stanziata per i finanziamenti per l’editoria era pari a poco più di 7,4 milioni di euro, ma visto che le risorse della Sezione Speciale vengono utilizzate in compartecipazione al 50% con le “normali” risorse del Fondo, la dotazione finanziaria complessiva è di circa 14,8 milioni di euro.
In tema di finanziamenti agevolati a favore dell’editoria potrebbe essere utile dare un’occhiata anche alle risorse gestite da Invitalia: prendiamo ad esempio Nuove Imprese a Tasso Zero, l’iniziativa pensata per favorire la nascita e lo sviluppo in tutto il territorio italiano di imprese di micro e piccole dimensioni composte in prevalenza da donne o da giovani fino a 35 anni. Il contributo si concretizza in un finanziamento agevolato a tasso zero che può arrivare a coprire fino al 75% delle spese ammissibili: il rimborso inizia dal momento in cui si completa il piano di investimenti (cosa che deve avvenire entro 24 mesi dall’ammissione all’agevolazione) e può durare fino a 8 anni con il pagamento di due rate semestrali posticipate all’anno. Il finanziamento può essere richiesto per le attività di produzione di beni, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, commercio di beni e servizi, turismo; sono escluse solo le attività di pesca, acquacoltura e produzione primaria di prodotti agricoli (quindi l’editoria è ammessa).
Finanziamenti a fondo perduto editoria 2021
Oltre ai finanziamenti agevolati esistono anche dei finanziamenti per l’editoria a fondo perduto; si tratta di due cose differenti: i primi sono dei normali prestiti, ovvero le somme che vengono erogate devono essere rimborsate (seppur a condizioni vantaggiose) dal beneficiario, mentre i finanziamenti a fondo perduto sono dei contributi che non devono essere restituiti. Chi vuole approfittare di questo tipo di agevolazioni deve stare molto attento alla pubblicazione dei bandi: ad esempio nella parte finale del 2018 la Regione Lazio, con lo scopo di promuovere il pluralismo, l’indipendenza, la libertà e la completezza di informazione in tutto il suo territorio, aveva stanziato dei contributi a fondo perduto per l’editoria (stampa, TV, radio e online); il contributo poteva essere richiesto per la realizzazione di interventi mirati all’innovazione tecnologica e organizzativa, alla valorizzazione dell’attività informativa, all’occupazione e formazione, alle comunità locali e all’inclusione sociale.
Un’altra soluzione per chi è alla ricerca di un finanziamento per l’editoria a fondo perduto (almeno parzialmente) è rappresentato da Resto al Sud, altra iniziativa gestita da Invitalia dedicata agli under 46 che vogliono dare vita ad una nuova attività imprenditoriali nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Con Resto al Sud si può ottenere un finanziamento che copre fino al 100% delle spese ammissibili: il 35% dell’importo viene erogato come contributo a fondo perduto, mentre il restante 65% viene erogato come finanziamento bancario garantito dal Fondo di garanzia per le PMI (con gli interessi coperti da un contributo in conto interessi). Il finanziamento non può essere richiesto per attività agricole ed il commercio, mentre può essere concesso, tra le altre, per le attività che rientrano nella categoria J della classificazione Ateco (servizi di informazione e comunicazione), quindi anche per le varie attività editoriali.
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