State pensando di aprire un asilo nido privato ma non sapete come fare per ottenere i fondi che vi permetterebbero di concretizzare la vostra idea? In questo articolo vi aiuteremo a destreggiarvi fra le varie forme di finanziamento mediante bandi europei, statali e regionali alle quali poter accedere nel 2021 per strutturare ed avviare la vostra attività. Prima di mettersi alla ricerca del bando più idoneo alle proprie esigenze, però, è necessario avere le idee molto chiare rispetto al tipo di attività che si desidera intraprendere e di conseguenza del tipo di bando più idoneo a soddisfare tali esigenze: volete aprire un asilo nido, un centro infanzia o un baby parking? Volete aprire l’asilo a casa vostra o costruire o ancora acquisire (e magari ristrutturare) una struttura esistente? Quali sono le dotazioni strutturali, tecnologiche, ecc. che la nuova attività deve possedere? Quale somma serve per realizzare il progetto che avete in mente? Di quanto del denaro necessario disponete e quale cifra vorreste venisse finanziata da istituzioni mediante bando? Insomma occorre avere ben presente che tipo di finanziamento si intende richiedere, quali sono le tempistiche per presentare la domanda e presso quale ente richiederlo.
Aprire un asilo nido, un centro infanzia, una ludoteca baby parking è un’impresa delicata poiché questo tipo di attività è regolata in maniera molto dettagliata dalla giurisprudenza e su tale esercizio hanno ampia giurisdizioni le regioni. La norma fondamentale è comunque la Legge 6 dicembre 1971 n. 1044 che ha di fatto istituito l’asilo nido nella forma in cui lo conosciamo ancora oggi, evidenziando gli scopi essenziali di questa attività che ha come obbiettivo la custodia temporanea dei bambini, assicurando assistenza alle famiglie e semplificando l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Questa legge ha inoltre favorito lo sviluppo e la proliferazione degli asilo nido su tutto il territorio nazionale, incentivandone l’apertura anche dal punto di vista economico. La legge, che come abbiamo visto è stata integrata presso ogni regione in forme diverse, norma anche le caratteristiche che i luoghi devono possedere per poter diventare asili e le qualifiche che gli insegnanti devono provare di aver conseguito per esercitare la professione.
Finanziamenti per aprire un asilo nido privato: bandi pubblici regionali 2021
In linea generale aprire ex novo un asilo nido ha un costo variabile – in base alla struttura, che deve presentare caratteristiche architettoniche ed igienico-sanitarie rispondenti ai criteri sanciti dall’ all’art. 70 della legge 448/2001 – tra i 20.000,00 euro e i 40.000,00 euro: oltre alle spese di affitto, bisogna conteggiare le spese di gestione e le spese destinate all’acquisizione della strumentazione necessaria, che deve essere a norma di legge. Solitamente un asilo nido privato deve garantire circa 42 settimane di apertura all’anno, per 5 giorni alla settimana in cui viene prestato servizio dalle 6 alle 11 ore al giorno. In base al tipo di struttura, un asilo nido può ospitare dai 19 ai 50 bambini; le strutture più piccole dai 6 ai 18 bambini.
Chi vuole aprire un nuovo asilo nido provato ed è alla ricerca del bando fatto su misura per le proprie esigenze economiche può per prima cosa informarsi rispetto ai bandi aperti presso la regione di residenza (o presso la quale si intende aprire l’attività) oppure rivolgersi alla Camera di Commercio locale, istituzione presente in tutte le provincie.
Tra i finanziamenti ai quali si può mirare nel 2021, in previsione di avviare la propria attività di asilo nido privato, vi sono i contributi regionali in conto capitale che vengono destinati ai servizi all’infanzia. A seguito della chiusura del bando – che potete facilmente trovare sul sito web della vostra regione di riferimento – la regione redige una graduatoria ordinata in base alla data di spedizione della domanda. I fondi vengono poi divisi tra i partecipanti alla chiamata fino ad esaurimento. Questo tipo di finanziamento in conto capitale viene normalmente stanziato per l’acquisto, l’ampliamento o restauro di strutture esistenti oppure per la costruzione di una struttura ex novo, per l’acquisto di materiale operativo, complementi di arredamento, azioni di manutenzione straordinaria. I fondi possono essere anche utilizzati per l’edificazione di asili nido che presentino aspetti di innovazione sotto l’aspetto tecnologico, impiantistico, architettonico.
Allo stato attuale alcuni regioni del Centro-Sud (Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna) hanno stanziato per l’anno 2021 dei finanziamenti ed incentivi ad hoc per favorire l’apertura di nuovi asili nido sul territorio. Il bando è reperibile sui siti ufficiali delle regioni menzionati e permette di ricevere contributi a fondo perduto fino al 50% del finanziamento richiesto mentre il 50% dovrà essere restituito ratealmente con tasso agevolato.
Tra le agevolazioni che potrebbero aiutarvi a concretizzare il vostro progetto di asilo nido privato c’è senz’altro quanto stabilito dalla legge dell’Auto-impiego o Auto-imprenditorialità (d.l. 185/2000), che prevede agevolazioni volte al sostegno di piccole e medie attività imprenditoriali sul suolo nazionale e che punta a una partecipazione prevalentemente della popolazione giovanile e femminile, permettendo quindi ai soggetti coinvolti di poter sviluppare idee e progetti che potranno così fiorire grazie a un contributo economico. I finanziamenti previsti da questa legge presentano un tasso agevolato molto conveniente per gli imprenditori e le imprenditrici in erba, mirato proprio a finanziare piccole attività, come, appunto, un asilo nido privato. Varie agevolazioni, come dicevamo, sono riservate ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e alle donne, che devono costituire la quota di prevalenza o il maggior numero di soci dell’azienda o società, che, inoltre, deve essere stata avviata non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda di finanziamento.
Per chi invece vivesse in contesti agricoli un’occasione da prendere al volo è quella legata ai contributi riservati all’apertura di asili nido in contesti agricoli: normalmente questi contributi vengono erogati nei confronti di piccoli imprenditori agricoli che decidano di convertire una struttura aziendale già dichiarata agibile e abitabile a luogo in cui offrire un servizio educativo rivolto all’infanzia (cioè a bambini di età compresa tra 1 e 3 anni). Tra le finalità che questo tipo di finanziamento si prefigge vi è quella di favorire il contatto e la familiarità dei bambini con il contesto naturale ed il mondo legato all’agricoltura. Per presentare richiesta per ottenere questo tipo di contributo è necessario che l’attività agricola di colui o colei che intende aprire un asilo sia predominante e che ciò sia dimostrabile.
In molte regioni italiane sono inoltre stati attivati svariati contributi sperimentali con l’obbiettivo di favorire l’apertura di asili nido all’interno delle aziende per permettere alle famiglie di conciliare esigenze lavorative e familiari nel modo più efficace, favorendo quindi i genitori-lavoratori. I finanziamenti messi a disposizione dalle regioni, e consultabili sui siti web istituzionali di tali enti, sono riservati sia alla realizzazione ex novo di costruzioni da adibire ad asilo ma anche alla ristrutturazione, all’acquisto, all’ampliamento e allestimento di strutture di altro tipo da trasformare in asili nido aziendali (o micro-nidi aziendali). Ovviamente, affinché il finanziamento vada in porto, i progetti presentati devono rispettare gli standard previsti per le strutture che possono ospitare asili e scuole dell’infanzia e le caratteristiche gestionali previste dalle norme regionali in materia. Da parte di coloro che intendono aprire un asilo aziendale, deve essere dichiarato nel bando l’impegno temporale minimo che verrà garantito per la destinazione d’uso che si va a richiedere: di norma, il tempo minimo previsto dai bandi di questo tipo è di almeno 5 anni.
Tra le altre opportunità delle quali può fruire chi è determinato ad intraprendere un’attività nel ramo dei servizi educativi all’infanzia vi è ovviamente il prestito d’onore, un finanziamento a tasso agevolato, previsto da Digs. 21/04/2000 n. 185, con lo scopo di favorire l’auto-impiego e ideato in prima istanza per agevolare i liberi professionisti e lavoratori autonomi detentori di partita Iva.
Mediante la richiesta d’un prestito d’onore si possono ottenere mutui a tasso agevolato, agevolazioni finanziarie per effettuare nuovi investimenti legati alla propria attività (di tipo strutturale, tecnologico, infrastrutturale, ecc.), accesso a servizi di assistenza gratuita su questioni tecniche e gestionali legate alla propria attività e, infine, contributi a fondo perduto (cioè, in sostanza, prestiti che non vanno restituiti). Possono accedere a queste forme di finanziamento anche disoccupati e inoccupati alla ricerca del primo impiego, che siano residenti in Italia da un minimo di 6 mesi e desiderino iniziare un’attività di lavoro autonomo strutturata come ditta individuale: l’asilo nido privato rientra in pieno in questa casistica.
Finanziamenti Europei Asili Nido 2021: come aprire un asilo nido con i fondi dell’UE?
Un altro tipo di finanziamento che potrebbe risultare strategico per aiutarvi nel reperimento dei fondi necessari ad aprire e avviare un asilo nido è quello previsto dai bandi europei di settore: anche in questo caso per reperire i bandi aperti nel 2021 si consiglia di visitare piattaforme o siti web che raccolgono ed elencano questo genere di documenti. I finanziamenti europei di norma vengono attribuiti a progetti specifici ed articolati secondo le modalità dichiarate dai bandi stessi e il contributo che viene erogato ai vincitori del bando è un co-finanziamento, che non copre per intero il costo di realizzazione del progetto, ma solo una parte. Questi fondi inoltre non hanno come finalità il finanziamento di attività imprenditoriali locali e svolte sul territorio di un singolo Stato dell’Unione Europea, ma solo progetti transazionali di dimensioni medie che devono rispondere a canoni tematici e obbiettivi strategici dettati dal bando.
Per reperire ulteriori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale dell’Unione Europea, dove sono raccolte tutte le informazioni che riguardano i fondi europei, mentre sui siti web delle varie Direzioni Generali dell’UE sono disponibili i singoli bandi.
Ma le forme di sostegno per chi vuole aprire un asilo non sono finite qui: vi sono infatti diverse opportunità che permettono ai neo-imprenditori del settore di avere accesso a contributi pubblici e aziendali in modo da ridimensionare l’investimento iniziale indispensabile per dare avvio alla propria attività imprenditoriale. Rispetto a tale argomento, ricordiamo infatti che esiste anche la possibilità di aprire un nuovo asilo nido presso la propria abitazione, quindi senza accendere un mutuo per l’acquisto, la costruzione e il restauro di una struttura nuova o esistente: si tratta delle Tagesmutter, cioè di un servizio educativo rivolto a bambini d’età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni erogato direttamente presso il domicilio della figura professionale che prevede alla cura ed educazione dei minori. Per intraprendere questa attività non è necessario mettere in piedi una società di persone o una cooperativa ma basta semplicemente aprire la partita Iva e iscriversi all’Inps nella categoria “assistenti d’infanzia”. Chiaramente per trasformare la propria abitazione in una Tagesmutter occorre che essa soddisfi determinati adempimenti dal punto di vista architettonico-strutturale e anche la figura professionale di riferimento deve possedere specifiche qualifiche disciplinate dagli ordinamenti statali e regionali.
Dal punto di vista burocratico, l’adempimento imprescindibile per avviare questo tipo di attività professionali è l’autorizzazione fornita dal Comune presso il quale l’attività verrà stabilita. La domanda apposita deve essere presentata, debitamente compilata, allo sportello delle attività produttive. Oltre alla domanda è necessario allegare la documentazione integrativa prevista, affinché i tecnici del comune possano verificare e valutare la candidatura. Tali documenti sono: la carta d’identità di colui o colei che presenta la domanda, un documento in cui sono presentate le metodologie didattiche che si vogliono adottare e gli eventuali strumenti a disposizione del richiedente, un documento contenente le indicazioni relative ai mezzi finanziari a disposizione per aprire e avviare tale genere di attività, le planimetrie dei locali designati ad ospitare l’asilo nido, un documento che attesti l’esistenza della polizza assicurativa a copertura di danni a minori e ai dipendenti dell’attività di asilo nido. Qualora il Comune valutasse la domanda idonea, l’autorizzazione concessa ha la validità di 3 anni dal rilascio al termine dei quali potrà essere rinnovata presentando la stessa documentazione sopra elencata.
In generale, l’attività di Tagesmutter può essere avviata rispondendo ad un bando regionale o europeo, del tipo di quelli passati in rassegna nei paragrafi precedenti. Una formula di finanziamento molto utile può essere sicuramente il ricorso al microcredito riservato alle PMI ma anche i contributi previsti per l’Auto-Impiego, che mirano, appunto, a favorire l’occupazione e lo sviluppo di attività imprenditoriali individuali con partita Iva. Occorre inoltre monitorare i bandi regionali alla ricerca di forme di finanziamento destinate a questo tipo di imprese, così come bandi o incentivi a carattere provinciale, che periodicamente stanziano fondi a favore di attività di questo tipo. Chiaramente anche i bandi europei possono essere utili anche se sviluppare un progetto transnazionale con una Tagesmutter non è semplice a meno che non si partecipi ad una rete europea.
In ogni caso, per aprire un Tagesmutter occorre che la struttura che si vuole destinare a sede dell’attività di asilo nido sia debitamente certificata in modo da dimostrare la sussistenza dei requisiti minimi e le condizioni igienico-sanitarie dello stabile siano rispondenti ai canoni di legge: a fornire queste certificazioni è l’Asl di competenza, dopo aver effettuato gli accertamenti necessari a rilevare la salubrità degli ambienti e le condizioni igienico-sanitarie in cui versano i locali e i mezzi e strumenti mediante i quali verrà svolta l’attività di Tagesmutter.
Ma non bastano solo ambienti igienicamente idonei per ottenere l’autorizzazione a “convertire” la propria casa in asilo nido: occorre infatti che chi presenti la domanda dimostri di essere in possesso dei requisiti professionali idonei ad affrontare il lavoro di assistente d’infanzia. Gli educatori dovranno quindi affiancare al loro interesse e amore per l’infanzia a titoli di studio ben precisi come la laurea in pedagogia, in scienze dell’educazione o in scienze della formazione primaria o l’abilitazione magistrale conseguita presso istituti e licei riconosciuti, pubblici o privati, master per la formazione della prima infanzia, diploma da dirigente di comunità infantile oppure da maestra di asilo o da operatore di servizi sociali o assistente dei servizi sociali. Non è necessario che tali titoli di studio siano posseduti dal titolare dell’asilo nido ma devono essere obbligatoriamente in possesso degli educatori che saranno a contatto con i bambini. In alternativa, chi non avesse il titolo di studio rispondente ai criteri richiesti, può seguire un corso di studio specifico di 250 ore seguito da un tirocinio professionale al termine del quale potrà aprire l’asilo nido in casa propria.
La formula della Tagesmutter inoltre può ospitare un massimo di 6 bambini. Nonostante le difficoltà burocratiche che aprire un asilo nido privato implica, il mercato è in questo momento in ascesa: da parte delle famiglie vi è una richiesta sempre crescente del tipo di assistenza offerta da questo genere di strutture presso le quali lasciare in custodia i propri figli e il settore pubblico, ormai da molto tempo, non riesce a fare fronte alle richieste dei genitori, evadendone solo una percentuale estremamente esigua. Un asilo nido privato può rappresentare un investimento vincente e un’opportunità imprenditoriale interessante di questi tempi: i bandi e le possibilità di finanziamento pubblico per sostenere l’avviamento di questa attività sono molti e costituiscono un bell’aiuto per i neo-imprenditori che possono contare su accesso agevolato al capitale necessario per dar corpo al proprio progetto ridimensionando notevolmente il rischio d’impresa e potendo contare su formule di restituzione del prestito a tasso di favore.
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